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Lana grezza e tradizioni

By Albert

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Osservare i tosatori durante il loro lavoro mi fa lo stesso effetto di quando guardo il fuoco ardere in un camino, rimango incantato. Gesti decisi, a volte anche bruschi, sapienti, compiuti chissà quante migliaia di volte. Ognuno all’interno del recinto ha un compito preciso, chi recupera gli animali dal gregge, chi si occupa della tosatura, chi raccoglie la lana nei sacchi e vi entra per schiacciarla coi piedi per ridurne il volume, e tutti si muovono in sincrono perfetto, e osservo gesti e movimenti dai quali riesco a percepire una ritualità di antichissime origini.

La tosatura si effettua solitamente a primavera per dare sollievo alla pecora dal peso della lana che in estate potrebbe surriscaldarla, e per pulirla dai parassiti, come le zecche ad esempio, che tendono ad annidarsi nel vello dell’animale. Una pecora può produrre fino ad 1 kg di lana grezza.

Vengono generalmente chiuse in un recinto aspettando una giornata di sole; è importante che le pecore siano all’asciutto in quanto l’uso del rasoio elettrico potrebbe trasmettere loro, scosse di corrente durante la tosatura. La lana che viene raccolta in enormi sacchi viene in seguito smistata e ripulita delle parti più sporche e infine arrotolata. Se la lana è umida non si arrotola, quindi, si aspetta sempre il tempo soleggiato e asciutto.

Osservo queste persone, parlano tra loro un dialetto incomprensibile, e con me sono gentili e sorridenti quasi sorpresi a vedermi così interessato ad un lavoro tanto umile e faticoso. E’ trascorsa un’ora, mi sono perduto in questo insieme di rumori, di gesti, di odori e non mi sono accorto del tempo che passava. E’ bello perdersi così..

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